“Dicono di noi”: Pane Quotidiano ONLUS, la povertà non va in vacanza

A Milano, in agosto, la città si svuota: rimangono strade deserte e saracinesche abbassate, qualche turista nel centro dello shopping e, infine, quelle persone che le vacanze estive non se le possono permettere. Tra loro, ci sono anche le migliaia di uomini, donne e bambini che ogni giorno fanno la fila davanti alla sede di Pane Quotidiano ONLUS, in viale Toscana 28 o in viale Monza 335, per avere qualcosa da mettere sulla tavola. Una scena che si ripete ogni volta uguale a se stessa, come racconta l’articolo dedicato a Pane Quotidiano ONLUS da Repubblica.

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“Il pudore è il sentimento prevalente in questa lunga coda che si srotola dalle 7 della mattina lungo viale Toscana, da oltre l’inizio del nuovo magnifico campus dell’università Bocconi fino al civico 28, dove c’è la sede storica del Pane Quotidiano”, scrive Zita Dazzi per Repubblica. “Ogni giorno lo spettacolo è uguale, una teoria infinita di facce stravolte e di storie complicate, anche in pieno agosto, nella città svuotata di abitanti e piena di turisti che fanno shopping in centro. In fila, proteggendosi dal sole con cappellini e buste di carta, Ci sono tanti stranieri, soprattutto donne ucraine con figli al seguito, ma anche tanti italiani, persone che vengono da Quarto Oggiaro, da San Donato, da Sesto San Giovanni o dal Gratosoglio”.

Sì perché dalle testimonianze raccolte da Repubblica tra le persone in fila emerge che è un falso mito quello che fa pensare che Pane Quotidiano ONLUS aiuti perlopiù gli stranieri. Ci sono anche loro, è chiaro, soprattutto giovani donne ucraine con al seguito i loro bambini. Ci sono però anche tante persone italiane, milanesi, che per svariati motivi devono scegliere tra pagare affitto e bollette o mettere qualcosa in tavola. C’è un papà con la figlia dalle trecce bionde, una coppia di ex edicolanti, un distinto signore di 71 anni, con la camicia stirata e i pantaloni con la piega. “Sono pensionato”, riporta sempre Repubblica, “vivo vicino a Malpensa, ma con la minima di 600 euro non riesco a pagare affitto e bollette. Ho lavorato tutta la vita in Australia e quando sono tornato, mi sono accorto che io per lo Stato quasi non esisto”.

Pane Quotidiano ONLUS donazioni: aiutaci a fare del bene

Una situazione che non accenna a migliorare, che anzi con la pandemia ha preso una piega ancora più inevitabilmente drammatica. Per questo Pane Quotidiano ONLUS si impegnerà per continuare ogni giorno a fare la sua parte, distribuendo cibo a chi ne ha bisogno. Anche voi, se volete, potete fare la vostra parte: effettua una donazione qui e aiutaci a fare del nostro meglio.



“Sorella, fratello, nessuno qui ti domanderà chi sei, né perché hai bisogno, né quali sono le tue opinioni.”